Acqua: per il Consiglio Comunale è bene pubblico e universale
Ultima modifica 13 giugno 2022
Acqua: per il Consiglio Comunale è bene pubblico e universale
Dalmine, 14 giugno 2011 – Il Consiglio comunale di Dalmine, nella seduta del 24 maggio 2011, ha deliberato all’unanimità la mozione unitaria presentata dai capigruppo consiliari di minoranza per il riconoscimento dell’acqua quale bene pubblico e diritto universale.
In Italia la gestione del servizio idrico integrato è attualmente normata dall’art. 23bis della Lg. 133/2008, che prevede il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, favorendo l’ingresso dei privati. Il recente art. 15 del D.L. 135/2009, che ha modificato l’art. 23bis, ha confermato l’accesso dei privati nella gestione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici.
Il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha ribadito che «l’acqua è un bene comune, finito, indispensabile all’esistenza degli esseri viventi e fonte insostituibile di vita». Secondo i firmatari della mozione, «il problema dell’accesso all’acqua va assumendo una sempre maggiore importanza a livello mondiale, in relazione all’enorme perdita di vite umane causata dalla sua mancanza. Tale problema rappresenta – se non affrontato democraticamente secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente – una causa scatenante di tensioni e conflitti all’interno della comunità internazionale».
Il Consiglio, preso atto che anche nella nostra Regione alcuni movimenti rivendicano la difesa e il riconoscimento dell’acqua come bene comune, ha unanimemente riconosciuto l’acqua e il suo accesso come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e non assoggettabile a meccanismi di mercato e ad azioni speculative.
Inoltre, la mozione approvata dal Consiglio impegna l’Amministrazione Comunale a indirizzare in tal senso ogni futuro atto amministrativo al riguardo.
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